AFTERHOURS

Ho aspettato un po' per scrivere su di loro, da una parte perché sono il mio gruppo italiano preferito e volevo trovare le parole giuste (difficilmente ne sarò capace), dall'altra perché volevo aspettare il concerto di sabato a Roma. L'ultimo live visto al Tendastrisce era stato troppo brutto per essere vero e devo dirvi la verità, mi ero ripromesso di non andare più a vederli gli Afterhours! Ma si sa che l'amore è l'amore e già la scorsa estate c'erano state le prime avvisaglie di un ritorno di fiamma, poi cancellate dai miei impegni lavorativi. Tornando al presente, a riportare me e Tania ad un loro concerto è stata una coppia d'amici che ci butta lì l'idea di andare a vederli all'Auditorium Conciliazione, la chiave teatrale ci piace subito e decidiamo di andare, anche per la curiosità di vederli in una nuova veste. Arriviamo in leggero ritardo, mentre ci sediamo partono le note di "Il sangue di Giuda", Manuel e gli altri sembrano in forma, l'acustica è ottima, mi sento a casa. Il live va avanti, me lo aspettavo più acustico invece nonostante una scaletta fatta prevalentemente da canzoni tranquille i ragazzi ci danno dentro e le chitarre distorte si sprecano. Io intanto continuo a cantare a squarciagola, mentre aspetto con ansia i miei pezzi preferiti che puntualmente arrivano a deliziarmi l'udito, "Ballata per la mia piccola iena", "Varanasy baby", "Ci sono molti modi", "Bianca" e tante altre, alla fine all'appello mancheranno solo "Voglio una pelle splendida" e "Oceano di gomma" ma ci passerò su! Come da copione ad un certo punto la band saluta, tutti capiamo subito si tratti di una farsa e mentre le luci si abbassano ulteriormente aspettiamo il loro ritorno sul palco, quello che credo nessuno si aspettasse è che alla ripresa del concerto, gli Afterhours fossero in mezzo a noi ad intonare "Non è per sempre"! I ragazzi suonano e tutto il teatro canta uno dei loro pezzi storici. Lo show va avanti, Agnelli e soci oltre ai loro brani propongono alcune cover come "Lilac wine" di Jeff Bucley e alcune letture come "Moloch" di Pasolini, dopo più di due ore di spettacolo, chiudono con "Quello che non c'è" e al riaccendersi delle luci, ringrazio di esserci stato, ma soprattutto il concerto di due anni fa è un lontano ricordo.

Nessuna band italiana ha saputo toccarmi l'anima come gli Afterhours e soprattutto nessuna c'è riuscita con la loro continuità! Tutto è nato quando ormai tanti anni fa in un giorno qualunque, girando a caso i canali tv mi è apparso il loro video di "Non è per sempre" e mi sono detto: CAZZO! QUESTI SONO FORTI! Così ho iniziato a cercare informazioni su di loro, ad ascoltare qualche canzone e ve lo devo dire.........non è stato amore a primo ascolto, c'è voluto un po' prima di entrare nella loro dimensione. Probabilmente la scintilla è scoccata con l'album "Quello che non c'è" che ancora oggi è il mio preferito, un disco che dura pochissimo, ricordo che all'epoca terminavo di ascoltarlo e mi incazzavo che fosse già finito dopo una quarantina di minuti, io volevo non finisse mai! Ragazzi in questo disco ci sono tracce come "Quello che non c'è", "Il mio ruolo" "La gente sta male" "Bungee jumping" che sono per me pietre miliari della musica italiana, le avesse scritte un qualsiasi artista mainstream sarebbero state hit! Rock, poesia, amore, malinconia, veleno, gli Afterhours sono tutto questo, nessuno sa arrivare in profondità come loro e nessuno lo fa con la loro eleganza e maestria. Probabilmente Manuel Agnelli non avrà una voce super e sicuramente non sarà il massimo della simpatia, ma come scrive lui................

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